In cammino dalla Val Meluzzo alla Val Monfalcon di Forni

Quella che presento è una uscita conoscitiva (per me) in una zona in cui non ero stato delle Dolomiti di Sinistra Piave, partendo dalla Val Meluzzo fino alla Val Monfalconi Forni, dove ero già stato seguendo un altro sentiero, e la relazione di allora è presente a questo link

Dall’abitato di Cimolais si prosegue in auto seguendo la strada che si addentra nella Val Cimoliana per circa una decina di km fino alla serie di parcheggi situati nei pressi del Rifugio Pordenone.

Parcheggiata qui l’auto, mi incammino seguendo la direzione Val Meluzzo. Il percorso è abbastanza noioso, non ci si alza di quota; cammino per 2 km lungo una stradina rurale fino al bivio per la Val d’Inferno. Si prosegue ora a sinistra, il fondo del sentiero è ancora regolare, sembra quasi una stradina silvo-pastorale. Ma ancora per poco; si entra dopo poco in una distesa di sassi, portati dal torrente in piena, dove il solco dell’acqua ha inciso profondamente il terreno. Sono presenti segnavia, a volte ometti che sono vere e proprie opere d’arte, altre volte segni rossi su fusti d’albero rinsecchiti. Si salta spesso da un sasso a un altro, lo sguardo sempre per terra per non inciampare . Avanti 5 minuti si passa a camminare sul lato sinistro della valle così si continua ….. con questo danzare su sassi e ciotolame vario. Dopo una ventina di minuti dal bivio il percorso sale a sinistra, finalmente. Fin’ora non si è fatto quasi nulla di dislivello.

Si cammina inizialmente su un esile sentierino, assolutamente agevole, per poi passare in un bosco fatato, che sembra quasi surreale da quanto bello e ordinato è. Si ritorna su un viottolo più consono a un sentiero di montagna, si sorpassa un corso d’acqua che scende vorticosamente (buono per abbeverarsi) e subito dopo si arriva alla Caseruta dei Pecoli a 1370m, piccola baitina senza porta d’accesso, con all’interno 3 panche per sedersi e un angolo per il fuoco. Dalla partenza sono 200m di dislivello fatti e poco più di 4 km di percorso.

In corrispondenza della Caseruta dei Pecoli si trova anche il bivio per le Val Binon e Val di Brica. Io prendo decisamente la direzione per la Val Monfalconi di Forni. Si tratta del sentiero 359, che procede in forte pendenza; non lascia un attimo di respiro, anzi all’inizio è forse più dura che nel prosieguo. Dai 1370m dell’inizio della salita si continua senza sosta fino a scavallare nel vallone Monfalconi dei Forni, circa a quota 2000m. Il sentiero, pur se duro per la pendenza, non ha difficoltà. Arrivati all’inizio del vallone il sentiero spiana per un po’.

Sulla sinistra si presenta la Cima Bianca; si continua attraversando il fianco del primo catino; mi accorgo sulla sinistra di un finestrone nella roccia. Lo conoscevo, lo avevo già visto in libri qualche volta in qualche foto sui social. Ci devo pensare per un sopralluogo un’altra volta.

Dopo il primo risalto roccioso si sale a destra, si supera il salto, si perviene a un ulteriore pianoro e da qui si scorge su un basamento roccioso il Bivacco Marchi Granzotto, e tutto attorno l’arco dolomitico dei Montalconi, delle Crode Leone e della Cima Pecoli.

Qui ho trovato neve , per superare l’ultimo tratto indosso le ciaspe. con fatica, sono stanchino, risalgo l’ultima asperità e arrivo al Bivacco.

Mi godo il momento, mi guardo attorno, mi riposo e mi siedo dentro il bivacco. Trovo il libro del Bivacco e lo firmo. Sono il secondo dell’anno a lasciare la mia firma.

Il tempo è ancora buono, a volte il sole fa capolino , altre volte si nasconde. Cerco un rientro diverso, mi dirigo così verso il coll più prossimo alla Cime dei Pecoli. Con le ciaspe immagino la mia rotta per la cima del colle, che contrariamente a quanto immaginavo dal Bivacco è molto più pendente e riesco facilmente a salire. Mi guardo in giro a 360°, mi invento una linea di discesa tra i pendii e i mughi e mi riporto sul sentiero proprio sopra al primo catino.

Da qui al rientro al parcheggio è una veloce discesa. Impiego due ore, circa un’ora per arrivare alla Caseruta dei Pecoli e un’altra ora per il parcheggio, snza alcun problema nè nulla da evidenziare.

Una bella escursione, meravigliosi il vallone Monfalcone dei Forni! Mi sono ripromesso di ritornarci, la prossima volta attraverso un altro sentiero.

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Informazioni su Tommaso

Coniuga inizialmente la passione per la montagna con il web, proponendo attraverso il suo sito www.passeggiando.it semplici relazioni delle escursioni che realizza. Man mano che passano gli anni migliora la propria tecnica fotografica, cercando i momenti migliori della giornata: è così che frequenta la montagna quasi sempre all’alba e al tramonto, cercando i momenti pieni di Pathos e li congela nella sua macchina fotografica. Negli ultimi tempi si concentra nella fotografia notturna, spostandosi tra i monti di notte alla luce della pila frontale, alla ricerca di nuove sensazioni, nuove magie da raccontare fotograficamente. Nel 2011, come conclusione di un percorso di ricerca, pubblica il suo primo libro fotografico: “Dall’alba al tramonto nel cuore delle Pale di San Martino”. Partecipa ad alcuni concorsi fotografici con apprezzabili risultati, tra cui in Ottobre 2012 il terzo posto nel Concorso Internazionale IMS di Bressanone e il primo posto ai seguenti concorsi: al Concorso Rotary e la Montagna di Trento nel 2013, nel 2017 al Concorso "Coppa delle Dolomiti" di Trento e nel concorso fotografico nazionale della Pro Loco di Vigo di Fassa “Ambiente di Montagna nel 2019. Nel dicembre 2013 pubblica due volumi dedicati alle Dolomiti della provincia di Belluno, frutto della collaborazione con Federico d'Ambros e dal titolo "Il volto nascosto delle Dolomiti", è coautore della guida" Scialpinismo-freeride ciaspole nelle Pale di San Martino", edita nel dicembre 2014; nel maggio 2015 esce con "Alla ricerca del giardino di Re Laurino", libro ambientato in Catinaccio e infine a dicembre 2015 scrive e pubblica una guida ai sentieri nelle Pale di San Martino.
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