Partenza da quota 120m da Valstagna località Londa
Arrivo Col d’Astiago 1241m
Dislivello 1120m
Attrezzatura: consigliate racchette, scarponi
Acqua: non presente lungo il percorso, solo qualche fonte a quota bassa
L’alta via del tabacco è un percorso culturale grazie al quale l’escursionista entra nel cuore della tradizione di Valstagna e cammina così all’interno della storia di quella gente, quasi toccandola, ….. passo dopo passo.
Lungo il percorso si possono conoscere e incontrare i vari segni della cultura agricola del territorio, i terrazzamenti e le masiere dove veniva coltivato il tabacco, le antiche case di mezza costa, i pozzi con i relativi sistemi di captazione delle acque, i nascondigli del tabacco, le mulattiere e le risine di avvallamento dei tronchi, i prati magri, i castagneti, i boschi da legna, le piazzole dei carbonai.
L’itinerario può essere interrotto e ripreso a piacimento, avvalendosi dei numerosi sentieri che esso incrocia e che permettono un veloce ritorno a valle.
A mio modesto parere, la bellezza di questi sentieri è che si mimetizzano perfettamente nell’ambiente, e mai si penserebbe, guardando dal basso, che siano presenti tracce di salita ai pendii della montagna, men che meno, che alcuna traccia sia presente e dalla Valstagna conduca ad Asiago.

Dalla località Londa parcheggiamo al cimitero, percorriamo 200m lungo la strada della destra orografica del Brenta e sulla sinistra si trova la segnaletica per il sentiero CAI 775 del Vù.
Il sentiero si inserisce inaspettatamente tra piccoli viottoli di alcune case private, esce su un piccolo camminamento tra due proprietà, svolta a destra appena sopra ad una altana, forse fatta per gioco più che per osservazione. Svolta quindi a sinistra lungo un muretto a secco ricco di muschio e un fondo selciato. Alla segnaletica corrisponde un cammino che perviene da destra, dal quale arriverò al ritorno.

Con decisione si inizia a salire; stretti tornanti accompagnano la scoperta di questi luoghi, ricchi di storia della prima guerra mondiale.
E qui è il caso di informare il lettore riguardo al motivo del nome del sentiero “del Vù”. Il sentiero del Vù è un’opera militare realizzata nel 1916 per rifornire le truppe italiane che difendevano il bordo dell’altopiano. In questa zona passa la trincea “Linea delle Stelle”, predisposta per fermare un eventuale sfondamento a nord, le cui opere sono ancora in ottimo stato. Il toponimo “Vu” vuole ricordare Albino Celi, un recuperante, ossia una persona che nel dopoguerra si dedicava a recuperare rottami di ferro lasciati dai belligeranti, che dava del “Vu” a tutti, sia per rispetto sia per tenere le distanze dalle persone. Questa sua forma di cortesia gli valse il soprannome di Vù.
Dopo circa un quarto d’ora si incontra una prima grotta nella roccia, in corrispondenza di un ruscello d’acqua.


Sulla destra è presente un terrazzamento ricco di fiori, mentre il sentiero piega a sinistra.

Poco dopo, a quota 295m si perviene a un tunnel nella roccia predisposto per 4 canne da fuoco, e dal quale si gode di una buona prospettiva sulla Valsugana.


Si continua il tracciato, con pendenza regolare, mai eccessiva, con continui tornanti. Si cominciano interessanti incontri, con abitanti del luogo, i camosci!

A tre quarti d’ora dalla partenza si incrocia una solatia casera privata …… la guardo, invidio i possessori e riprendo il cammino.
Da qui il Col d’Astigo è dato a 3h15’
Ora l’incontro con i camosci si fa più frequente, e si lasciano pure avvicinare.

Le gallerie con postazione non mancano, se ne incontrano come a un’ora dalla partenza al Dosso Pasqualaite a 485m. Dal tornante che segue si scorge su un terrazzo un ripetitore con un casolare vicino. Posizione strategica per dominare sulla Valsugana.

Pochi minuti dopo si perviene a un bivio. A sinistra il sentiero sale per un tratto attrezzato con una corda per mantenersi in equilibrio, a destra si arriva allo stesso punto ma in modo menoavventuroso 😊. Ho preso a destra per non saper né leggere né scrivere. Dove il sentiero si riunisce è presente un bel pulpito panoramico, chiamato bivio PràLongo. Ne approfitto per una sosta rigenerante.

Continuo ….. dopo una mezz’ora arrivo in zona contraddistinta da tre grotte, la prima molto particolare con un basamento di pietra per sedersi e un tronco d’albero a sorreggere la volta d’ingresso.

Dopo un quarto d’ora circa in cui il pendio cresce, troviamo un trinceramento e uno spiazzo. Il tutto è chiamato la Grottona, circa a 900m di quota.

E’ un bel punto panoramico, soprattutto sulla zona sud della Valsugana.

Si continua, lungo prima un tracciamento a scalini, poi lungo un crinale alberato si sale di quota. Punto successivo di interesse è la forcella Val d’Ancino dopo 25 minuti circa a quota 1090m.


Qui si trova una lunga galleria, con uno sviluppo complessivo di 60m circa che conduce a una postazione di tiro verso Nord.

Un’altra decina di minuti scarsi e si perviene a una strada forestale, che in cinque minuti porta alla base della segnaletica per il Col D’Astiago. In realtà credo più efficiente seguire la stradina e pervenire così alla malga Col d’Astiago e da qui comodamente prendere il crinale a destra e salire il nostro monte, che in una decina di minuti guadagnamo comodamente.La cima è bruttina, sovrastata com’è da una enorme vasca in cemento di raccolta dell’acqua.
E’ fresco, non mi fermo se non per una veloce ricarica energetica, e parto per la discesa.


Pozza alla Malga Col d’Astiago

La vasca in cemento al Col d’Astiago

Rientro alla Malga Col d’Astiago, e da qui prendo il sentiero 800 per Malga Pozzette.

Il sentiero scende veloce tra l’erba. Raggiungo la malga a 1035m, che si vede ampiamente oggetto di ristrutturazione. Individuo il sentiero e via. Soprattutto nella prima parte il fondo del sentiero è ricco di ciotoli. Dopo poco inizia a scendere con buon pendio e così scendo velocemente. Da qui fino all’auto impiegherò un’ora e venti minuti. .

Il percorso non ha notazioni particolari. Non è ricco di motivazioni storiche come quello della salita

Mi dico perciò che è la soluzione ideale fare questo giro ad anello in senso antiorario, perché la salita inframezzata a continui spunti risulta anche più riposante.
In questo periodo questa è una proposta decisamente interessante, permette di fare movimento, non vi sono problemi di neve o ghiaccio visto il clima attuale.
Ed ecco la vista del percorso seguito

Alla prossima e buona montagna
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