Dal Rifugio Padova al Bivacco Marchi-Granzotto – 26-27/7/2013

Le Dolomiti d’OltrePiave sanno regalare angoli di montagna stupendi e stranamente poco frequentati rispetto ad altre zone. In questa occasione, nel fine luglio, decido di andare al Bivacco Marchi Granzotto partendo dal parcheggio attiguo al Rifugio Padova 1200m. Non è un percorso molto lungo, che ben conosco ormai. Circa 1000m di salita fino alla Forcella Monfalconi di Forni e poi discesa di 150 m fino al Bivacco.

Segnaletica alla partenza

Segnaletica alla partenza

Dalla Forcella Monfalconi di Forni parto con condizioni meteo incerte verso le 18,30. Il sentiero inizialmente è all’interno del bosco, discreto pendio, vario con qualche saliscendi piacevole. Il sentiero è quasi completamente in direzione est. Circa a quota 1400m si comincia ad uscire dal bosco e ad entrare in una zona con vegetazione rada e decisamente più bassa. Si arriva a quota 1500m al bivio che divide i sentieri e portano rispettivamente a Forcella Monfalconi di Forni a destra e a Forcella Scodavacca a sinistra.

Prendo a destra e seguo il sentiero 342. Trovo un colatoio e quindi seguo la destra per addentrarmi in Val d’Arade. Qui mi si presenta uno spettacolo “inquietante”, per usare un termine abbastanza in voga: decine di alberi abbattuti durante l’invernata da una o più slavine.

Gli effetti della slavina

Gli effetti della slavina

Si rimane basiti. Proseguo seguendo con decisione il sentiero. A quota 1800m trovo il bivio per la forcella Montanaia, che procede sulla destra seguendo la traccia 353 (traccia che ho percorso nel 2014 con la neve). Continuo diritto e da qui si scorgono le cime della Val d’Arade. Si continua su sentiero che sale con zig-zag stretto. Si arriva aquota 1900m su un piacevole terrazzo, dal quale si domina il Ciadin d’Arade. Piego a sinistra, attraverso un canalone e quindi il sentiero si inerpica fino a raggiungere un altro terrazzamento rigoglioso di mughi e leggera erbetta. Un gran posto per sedersi e godersi uno spuntino. Da qui inizia l’ultima parte della salita, su terreno sassoso, a volte friabile. Ciadin d'AradeLa salita è costante anche se su pendio medio, poi sotto al basamento della cima Monfalcon di Forni sale prepotentemente. Dopo circa 1h50′ arrivo in forcella. Comincia a piovere ….. Non manca molto al bivacco. Indosso la giacca da pioggia e parto velocemente per il bivacco. Vi arrivo e trovo con mia sorpresa quattro escursionisti tedeschi. Di posto per ripararmi finchè piove ce n’è 🙂 . A questo punto non resta che aspettare che il tempo migliori così come è previsto.

La notte in Val Monfalconi

La notte in Val Monfalconi

E così è! Verso mezzanotte il cielo comincia a liberarsi dalle nuvole e appare la luna, con la sua luce che tutto illumina, e la macchina fotografica va a nozze !

Per non disturbare gli altri usufruitori del bivacco con il mio andirivieni mi appisolo fuori. Si sta bene e dormire sotto le stelle è sempre piacevole. Sistemo la sveglia in modo da essere vigile per l’aurora e la successiva alba. Mi godo così questo evento in tutta calma, spostandomi e cercando qualche angolo di ripresa più efficace.

L'alba sulla Croda del Leone

L’alba sulla Croda del Leone

Dopo che è sorto il sole il mio lavoro di fotografo si esaurisce. Richiudo le mie cose nello zaino e mi preparo a scendere. Saluto la compagnia che ha dormito nel bivacco e comincio il rientro per la medesima via dell’andata, con maggiore attenzione nel riprendere alcuni particolari, che ora si prestano con la luce del sole. Senza fretta, incontrando dei cacciatori, rientro in un’ora e mezza circa.

Il luogo è rappresentativo di quello che sono le Dolomiti d’Oltrepiave, isolato, poco frequentato, ben situato in un vallone stretto tra muraglie di Dolomia. E’ questo che mi affascina di questi luoghi, questi valloni stretti che fanno sentire la vicinanza delle cime.

Ciadin d'Arade

Ciadin d’Arade

Gli stretti spazi appartati, in contrasto con gli ampi spazi di cui si gode dalle vette. Sicuramente luoghi da conoscere.

Alla prossima e sempre Buona Montagna a tutti !

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Informazioni su Tommaso

Coniuga inizialmente la passione per la montagna con il web, proponendo attraverso il suo sito www.passeggiando.it semplici relazioni delle escursioni che realizza. Man mano che passano gli anni migliora la propria tecnica fotografica, cercando i momenti migliori della giornata: è così che frequenta la montagna quasi sempre all’alba e al tramonto, cercando i momenti pieni di Pathos e li congela nella sua macchina fotografica. Negli ultimi tempi si concentra nella fotografia notturna, spostandosi tra i monti di notte alla luce della pila frontale, alla ricerca di nuove sensazioni, nuove magie da raccontare fotograficamente. Nel 2011, come conclusione di un percorso di ricerca, pubblica il suo primo libro fotografico: “Dall’alba al tramonto nel cuore delle Pale di San Martino”. Partecipa ad alcuni concorsi fotografici con apprezzabili risultati, tra cui in Ottobre 2012 il terzo posto nel Concorso Internazionale IMS di Bressanone e il primo posto ai seguenti concorsi: al Concorso Rotary e la Montagna di Trento nel 2013, nel 2017 al Concorso "Coppa delle Dolomiti" di Trento e nel concorso fotografico nazionale della Pro Loco di Vigo di Fassa “Ambiente di Montagna nel 2019. Nel dicembre 2013 pubblica due volumi dedicati alle Dolomiti della provincia di Belluno, frutto della collaborazione con Federico d'Ambros e dal titolo "Il volto nascosto delle Dolomiti", è coautore della guida" Scialpinismo-freeride ciaspole nelle Pale di San Martino", edita nel dicembre 2014; nel maggio 2015 esce con "Alla ricerca del giardino di Re Laurino", libro ambientato in Catinaccio e infine a dicembre 2015 scrive e pubblica una guida ai sentieri nelle Pale di San Martino.
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