Lagorai, alla Forcella Valmaggiore

21 Dicembre 2024, mi viene l’idea di tornare su un sentiero ben conosciuto. E’ nevicato qualche giorno prima, devo quindi cercare un percorso che non mi complichi la vita su pendii improbabili.

Salita alla Forcella Valmaggiore, m 2180

Partenza: zona parcheggio prossima al Rifugio Refavaie (1102m)

Sentieri: 335

Difficoltà: E

Attrezzatura: da escursionismo, pantaloni lunghi, consigliate racchette. Effettuata in inverno

Dislivello complessivo: tra i 1050

Tempo standard: 2h 30′

Scelgo quindi di andare in Vanoi e partire da Refavaie. All’inizio sono incerto se salire verso Cima Paradisi o la Forcella Valmaggiore. Parto subito con ramponi ai piedi. Sono utili, mi consentono di camminare con presa e sicurezza. Si parte prendendo il sentiero sul lato destro del Rifugio Refavaie, seguendo l’indicazione dei segnavia. Dopo poco si ritorna sulla strada forestale, si prende a destra, si passa davanti alle cabine dell’acquedotto, e poco dopo prendo la scorciatoia sulla sinistra che sale più ripida. Cinque sei tornanti e si torna sulla strada forestale incrociando un capitello.

Rientrato sulla strada forestale, all’uscita dalla forestale

Traccia del percorso; la linea diritta in basso sulla destra è un errore di registrazione del GPS

La strada forestale è parzialmente ghiacciata, ma questo ben si sapeva, è una costante. E’ lunga, noiosa, dal pendio dolce, si cammina tanto e si fa poco dislivello. Si passa il primo bivio per malga Laghetti; mi accorgo (non era difficile) che vi sono alcune tracce di un paio di persone.

Bianco candore salendo la forestale

Al bivio tra Cima Paradisi e Forcella Valmaggiore le tracce continuano per quest’ultima. Le seguo e quindi decido di andare su alla Forcella Valmaggiore. Una scelta conservativa, spero così di trovare la traccia battuta, se non tutta, almeno in parte e che mi sia di aiuto.

Poco dopo questo bivio ne trovo un’altro, quello tra i sentieri 335 (il mio) il 339 che va verso forcella Coldosè. Il sentiero 335 è ampio, con pendio medio, in qualche punto con maggior pendenza, in qualche altro meno. Mi par di dire delle ovvietà, la montagna è così. Neve ce n’è poca, qualche leggero corso d’acqua attraversa il sentiero. A quota 1700m raggiungo i ruderi della malga Coltorondo.

Segnaletica ai ruderi della Malga Coltorondo

Continuo, le indicazioni danno forcella Valmaggiore a 1h20′. Tutto procede tranquillo fino al Pian delle Belle Fior, posto circa a 1950m.

Pian delle Belle Fior

Qui il terreno è in leggerissimo pendio, scoperto, e il manto di neve si fa più presente. Si comincia ad affondare e avanzare diventa più difficile e lento. Seguo le tracce, ma non sono di grande aiuto, non c’è ancora un comodo canale nella neve. Passo questa prima piana, il sentiero prende alcuni tornanti e mi porta una cinquantina di metri più in alto.

si sale oltre il Pian delle Bel Fior

Altra spianata, avanzo affondando nella neve e mi avvicino all’ultima asperità. Sono circa 200m di salita, con forte pendio e neve fresca.

Il pendio c’è ….

Arrancando nel pendio e tra la neve fresca cerco le migliori traiettorie e di evitare buche con neve ventata . Procedo a zig-zag, altre volte vado su diritto per diritto …… cerco le zone con neve sporgente dove non affondare. Dopo non poco “ravanamento” esco in vista della Forcella. La neve è stata lavorata dal vento, assume forme particolari.

Il vento lavora la neve

E’ ben freddo, in forcella spira un forte vento, mi riparo un po’ in bivacco e poi riprendo la discesa dopo aver fatto qualche foto in zona e in particolare verso il Catinaccio.

Segnaletica in Forcella

Rientro con molta calma, effettuando qualche foto e fermandomi lungo i corsi d’acqua. Per le 16,30 sono all’auto, essndo partito circa alle 9,15, e arrivato in forcella attorno alle 13

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Di seguito presenti 3 serie di foto dell’escursione

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Informazioni su Tommaso

Coniuga inizialmente la passione per la montagna con il web, proponendo attraverso il suo sito www.passeggiando.it semplici relazioni delle escursioni che realizza. Man mano che passano gli anni migliora la propria tecnica fotografica, cercando i momenti migliori della giornata: è così che frequenta la montagna quasi sempre all’alba e al tramonto, cercando i momenti pieni di Pathos e li congela nella sua macchina fotografica. Negli ultimi tempi si concentra nella fotografia notturna, spostandosi tra i monti di notte alla luce della pila frontale, alla ricerca di nuove sensazioni, nuove magie da raccontare fotograficamente. Nel 2011, come conclusione di un percorso di ricerca, pubblica il suo primo libro fotografico: “Dall’alba al tramonto nel cuore delle Pale di San Martino”. Partecipa ad alcuni concorsi fotografici con apprezzabili risultati, tra cui in Ottobre 2012 il terzo posto nel Concorso Internazionale IMS di Bressanone e il primo posto ai seguenti concorsi: al Concorso Rotary e la Montagna di Trento nel 2013, nel 2017 al Concorso "Coppa delle Dolomiti" di Trento e nel concorso fotografico nazionale della Pro Loco di Vigo di Fassa “Ambiente di Montagna nel 2019. Nel dicembre 2013 pubblica due volumi dedicati alle Dolomiti della provincia di Belluno, frutto della collaborazione con Federico d'Ambros e dal titolo "Il volto nascosto delle Dolomiti", è coautore della guida" Scialpinismo-freeride ciaspole nelle Pale di San Martino", edita nel dicembre 2014; nel maggio 2015 esce con "Alla ricerca del giardino di Re Laurino", libro ambientato in Catinaccio e infine a dicembre 2015 scrive e pubblica una guida ai sentieri nelle Pale di San Martino.
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