Cima della Busazza 2893m – Gruppo della Civetta

Partenza: Val Corpassa, Capanna Trieste 1135m
Arrivo: Cima della Busazza 2893m
Dislivello: 1800m
Difficoltà: alcuni passaggi di I° grado e un passaggio di II-
Dotazione: escursionistica

Obiettivo il cocuzzolo in alto a sinistra, Cima della Busazza
La Cima della Busazza dalla Capanna Trieste

Vi racconto quella che per motivi diversi è stata la mia incompiuta del 2009 … e portata a compimento nel 2019!

Già ci avevo provato in dicembre 2008 e in estate 2009 due volte. La prima volta in luglio, con un calcolo un po’ tirato e soprattutto pensando di andare a farvi il tramonto. Però il meteo me lo aveva sconsigliato una volta arrivato al Van delle Sasse. Una seconda volta ci ho provato in agosto, e questa volta tutto poteva andare bene …… ma non sono riuscito a rimanere nei tempi prefissati per il ritorno.

Questo giro l’ho sempre impostato da Capanna Trieste, notissimo bar posto a quota 1135m, situato alla fine della Val Corpassa.

Dalla Capanna Trieste e per circa 500m di dislivello si segue la strada forestale che porta sui Piani di Pelsa e al rifugio Vazzoler. E’ una strada per nulla riparata, d’estate si rimane sotto il sol leone fino a quota 1600m e si suda assai, anche se il pendio è agevole.

L’acqua qui è abbondante, si incrocia un torrente prima a 1300m di quota e poi più avanti dopo il bivio tra i sentieri che portano al Van delle Sasse e al Vazzoler. Il primo torrente passa su un ponticello di ferro con corri mano. Qui comincia la salita con una serie di tornanti e un pendio mai elevato. La stradina comunque prosegue fino a quota 1900m circa. Poco prima del guado del secondo torrente c’è il bivio che porta al Van delle Sasse. Qui si lascia la strada forestale e si va a destra. Il sentiero diventa stretto e avanza in mezzo agli alberi. Dopo poco si arriva sotto alla Torre Trieste. Il sentiero non presenta difficoltà, ma ricordo bene che proprio qui in questa zona è scomparso 14 anni fa un giovane di 28 anni. Sempre attenzione quindi.

Da sotto la Torre Trieste si gode della visuale su tutta la Val Corpassa e che si allunga fino all’Agner. Ora il sentiero scende per una trentina di metri, poi riprende in leggera salita. Dopo qualche minuto si comincia la salita vera fino al Van delle Sasse. Da ora il sentiero sale inesorabile, facile, senza difficoltà alpinistiche, ma con buona pendenza. A quota 2000m si arriva ad un piccolo pianoro, neanche il tempo di prendere il fiato che si riparte su salita con ghiaino. Qui mancano ancora 400m al Van. Ora il sentiero va in direzione nord, sempre con buona pendenza. Arrivo in 3h circa al Van delle Sasse da Capanna Trieste. Qui si va a sinistra per i lastroni e si fiancheggia la base della Busazza. Sembra un attimo breve, ma invece il tempo passa inesorabile. Si gira la base della Busazza e ci si ripresenta sul versante sud, che è da salire su terreno scivoloso, della serie un passo avanti e due indietro.

Qui si perde completamente il sentiero. A destra non si può salire, rimangono due canali a sinistra: è da prendere quello ripreso in foto che presenta dei passaggi di primo grado su un primo pendio, seguito da un breve tratto di sfasciumi, quindi un muretto di secondo che si risolve più facilmente affrontandolo sulla paretina di destra.
A questo punto si piega a destra, si traversa un colatoio, si sale un primo risalto di I° e quindi un successivo sempre sul I°. Si sale sulla destra ancora e poi gradatamente si piega verso ovest seguendo gli ometti sempre presenti. Il percorso disegna quasi una S partendo dalla base della Busazza. Ci si allunga ora verso la alta parete ovest, sempre per sfasciumi ci si alza sul suo bordo occidentale e per brevi salti si perviene alla agognata cima a 2893m.

La Cima è molto spaziosa e si allunga per una cinquantina di metri con due ometti di pietra presenti appena arrivati. Doveva esservi un libro di vetta ma non l’ho trovato

La discesa si fa velocemente. Con attenzione fino al basamento della Busazza, dove l’abbondanza di ometti e una traccia nel ghiaino fa scendere più sotto della traccia corretta. Così capita come a me, che mi sono ritrovato più basso, in un punto che chiaramente non avevo percorso all’andata e quindi sono risalito con fatica. Arrivati alla base della Busazza i problemi sono terminati, si rientra al Van delle Sasse e si rriprende il percorso di salita, ove gli 800 m di dislivello fino alla strada forestale si possono percorrere in non più di un’ora, per il sentiero che si lascia percorrere in velocità. La cosa più fastidiosa nella discesa sono quei 30m di salita sotto alla Torre Trieste, che dopo aver fatto già tanta salita e discesa un po’ disturbano.

Per il resto la strada forestale è più una noia, è la parte di sentiero che meno mi piace.



Rientrati a Capanna Trieste si può guardare la Cima della Busazza, dove si era fino a 3 ore prima 😊

Il percorso con la sua traccia GPS

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Informazioni su Tommaso

Coniuga inizialmente la passione per la montagna con il web, proponendo attraverso il suo sito www.passeggiando.it semplici relazioni delle escursioni che realizza. Man mano che passano gli anni migliora la propria tecnica fotografica, cercando i momenti migliori della giornata: è così che frequenta la montagna quasi sempre all’alba e al tramonto, cercando i momenti pieni di Pathos e li congela nella sua macchina fotografica. Negli ultimi tempi si concentra nella fotografia notturna, spostandosi tra i monti di notte alla luce della pila frontale, alla ricerca di nuove sensazioni, nuove magie da raccontare fotograficamente. Nel 2011, come conclusione di un percorso di ricerca, pubblica il suo primo libro fotografico: “Dall’alba al tramonto nel cuore delle Pale di San Martino”. Partecipa ad alcuni concorsi fotografici con apprezzabili risultati, tra cui in Ottobre 2012 il terzo posto nel Concorso Internazionale IMS di Bressanone e il primo posto ai seguenti concorsi: al Concorso Rotary e la Montagna di Trento nel 2013, nel 2017 al Concorso "Coppa delle Dolomiti" di Trento e nel concorso fotografico nazionale della Pro Loco di Vigo di Fassa “Ambiente di Montagna nel 2019. Nel dicembre 2013 pubblica due volumi dedicati alle Dolomiti della provincia di Belluno, frutto della collaborazione con Federico d'Ambros e dal titolo "Il volto nascosto delle Dolomiti", è coautore della guida" Scialpinismo-freeride ciaspole nelle Pale di San Martino", edita nel dicembre 2014; nel maggio 2015 esce con "Alla ricerca del giardino di Re Laurino", libro ambientato in Catinaccio e infine a dicembre 2015 scrive e pubblica una guida ai sentieri nelle Pale di San Martino.
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