Da Andalo al Rifugio Pedrotti alla Tosa

Segnaletica al parcheggio Valbiole

Quello che presento è un lungo percorso, che dal parcheggio di Valbiole 1193m, a cui si arriva da Andalo, permette di entrare nel cuore delle Dolomiti di Brenta, al Rifugio Pedrotti 2491m.

Dislivello : 1400m
Difficoltà : EE per la lunghezza del percorso
Dotazione : normale da escursionismo
Tempo di salita : 4h 30′

Da Andalo si segue la strada che porta al parcheggio di Valbiole da dove parte la strada (non percorribile dai non autorizzati) per il Rifugio “La Montanara”, una delle più belle terrazze panoramiche sulle Dolomiti di Brenta.

Rifugio Brenta

Partiti dal parcheggio si segue la strada, asfaltata pure, per 15 minuti circa, fino alla Baita Pineta 1304m. Qui si prende decisamente a sinistra, con ottima indicazione dei segnavia che indicano 4h per il rifugio Pedrotti. Ora la strada diventa sterrata ma sempre larga e percorribilissima. Altri 20 minuti circa e si perviene al Rifugio Brenta posto a quota 1367m. Qui si incrocia anche la seggiovia che conduce al Rifugio “La Montanara” .

Sentiero per il Rif. Croz dell’Altissimo

Si entra ora nel bosco e finalmente in un sentiero, il 340, degno di questo nome. Si resta per quasi un’ora in quota, con pendio sempre dolce ora in salita ora in discesa. Dopo una prima parte nel bosco, si esce e si cammina ai piedi della parete del Croz dell’Altissimo, su un sentiero largo, con precipizio verso valle, tanto che spesso delle corde lo delimitano verso valle. Per coloro che soffrono in modo acuto di vertigini forse non è un sentiero indicato.

Interno Rifugio Croz dell’Altissimo

A parte questa postilla, il percorso è spettacolare. Si arriva al rif. Croz dell’Altissimo 1450m ancora tra gli alberi. Il rifugio è gradevole, non troppo grande. Vi si arriva anche da Molveno, attraverso una strada riservata al gestore.

 

 

 

Rifugio Selvata

Si prosegue ora per 40min attraversando la valle verso il Rif. della Selvata 1657m. In questo percorso si trovano alcuni tratti di corda e alcuni ponticelli di legno che aiutano a superare dei tratti scivolosi. Ci si proietta nel Pian della Selvata poco prima di arrivare al rifugio omonimo. Il Rifugio offre un impatto davvero ospitale, aperto su una radura soleggiata con tavolini e i bimbi trovano il modo di giocare.

Baito del Massodi e Brenta Alta

Si riparte velocemente, il sentiero si sviluppa con continui zig-zag, sempre ben indicato. Verso la fine della salita prima di arrivare al Baito del Massodi a 1986m si incrociano dei ruscelli ove abbeverarsi o per lo meno fare rifornimento d’acqua. A quota 1950m si scollina e si presenta il Baito, in una bella radura, verdeggiante e riposante, proprio l’ideale per una pausa. Si riprende, si superano due successivi pendii fino ad arrivare ad un’altra conca che proietta verso il rifugio Pedrotti.

Rifugi Tosa e Pedrotti

Lo si vede in distanza, sembra di essere già arrivati, ma manca ancora parecchio. Dopo un breve tratto in falsopiano il sentiero sale a zig-zag fino ad arrivare ai piedi del costone di roccia su cui poggia il Rifugio. Lo si prende da sinistra, si cammina a tratti di traverso al pendio su roccia, ponendo attenzione si esce prima all’altezza del vecchio Rifugio Tosa e poi al cospetto del Pedrotti e della Cima Brenta Bassa che lo sovrasta.

Notturno con nuvole da Bocca di Brenta

Raggiunta la meta a questo punto si può allungare di 15 minuti il cammino e arrivare alla Bocca di Brenta 2552m, dalla quale ammirare il panorama della Val Brenta Alta e intravvedere il Rifugio Brentei.

 

 

 

Campanile Basso di Brenta all’alba con una colorazione inusuale

L’idea a questo punto è di prolungare il cammino fino al Campanile Basso di Brenta lungo il sentiero 303. Dalla Bocca di Brenta si scende di una decina di metri e poi si prende a sinistra una traccia nella ghiaia che scende nel vallone, tagliando così una parte di sentiero. Tra sfasciumi vari, in parte liberamente e in parte seguendo qualche traccia si perviene al sentiero 303 che scende dal Pedrotti. Prosegue di traverso in un leggero sali e scendi, fino a portarsi ai piedi del Campanile Basso in circa 30 minuti. Poco oltre il bivio tra il sentiero Spellini e il sentiero Orsi, sempre liberamente, si prende il pendio a destra che scende tra prati verso il Baito del Massodi. Si arriva quindi a prendere il sentiero 319 circa a quota 2150m e a questo punto si torna al punto di partenza per la medesima strada seguita all’andata.

Con questa divagazione si apprezza meglio questa zona delle Dolomiti di Brenta, senza per altro affaticarsi. Un piccolo giro ad anello ai piedi delle Cime di Brenta.

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Informazioni su Tommaso

Coniuga inizialmente la passione per la montagna con il web, proponendo attraverso il suo sito www.passeggiando.it semplici relazioni delle escursioni che realizza. Man mano che passano gli anni migliora la propria tecnica fotografica, cercando i momenti migliori della giornata: è così che frequenta la montagna quasi sempre all’alba e al tramonto, cercando i momenti pieni di Pathos e li congela nella sua macchina fotografica. Negli ultimi tempi si concentra nella fotografia notturna, spostandosi tra i monti di notte alla luce della pila frontale, alla ricerca di nuove sensazioni, nuove magie da raccontare fotograficamente. Nel 2011, come conclusione di un percorso di ricerca, pubblica il suo primo libro fotografico: “Dall’alba al tramonto nel cuore delle Pale di San Martino”. Partecipa ad alcuni concorsi fotografici con apprezzabili risultati, tra cui in Ottobre 2012 il terzo posto nel Concorso Internazionale IMS di Bressanone e il primo posto ai seguenti concorsi: al Concorso Rotary e la Montagna di Trento nel 2013, nel 2017 al Concorso "Coppa delle Dolomiti" di Trento e nel concorso fotografico nazionale della Pro Loco di Vigo di Fassa “Ambiente di Montagna nel 2019. Nel dicembre 2013 pubblica due volumi dedicati alle Dolomiti della provincia di Belluno, frutto della collaborazione con Federico d'Ambros e dal titolo "Il volto nascosto delle Dolomiti", è coautore della guida" Scialpinismo-freeride ciaspole nelle Pale di San Martino", edita nel dicembre 2014; nel maggio 2015 esce con "Alla ricerca del giardino di Re Laurino", libro ambientato in Catinaccio e infine a dicembre 2015 scrive e pubblica una guida ai sentieri nelle Pale di San Martino.
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4 risposte a Da Andalo al Rifugio Pedrotti alla Tosa

  1. Lidia vanzo scrive:

    Pure io l’ho raggiunto da Molveno per ben 2 volte ed ogni volta una grande emozione. Ora che ho visto la tua relazione lo proporrò partendo da Andalo,; è sempre bello affrontare nuovi percorsi. Ciao Tommaso, sempre in gambissima, vedo!
    Auguri di Buone Feste a te e famiglia.

  2. mariarosa scrive:

    Splendida escursione! Io l’ ho fatta quest’estate partendo da Molveno. Fatto il gradino dopo il Rifugio Selvata, superato il Baito dei Massodi quando si avvista il Rifugio Pedrotti lo spettacolo è unico. Da li in poi il Rifugio ti calamita, non vedi l’ora di raggiungerlo e ti mette le ali ai piedi. .. 💙

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