Quando penso a una escursione, che per qualche motivo è rimasta nella mia memoria, che mi crea emozione al ripensarla, la prima in assoluto è proprio questa che vi propongo di seguito, condotta tra il 11 e 12 giugno 2010
Uno dei miei sogni, quando si parla di montagna, è vedere l’alba dalla Fradusta 2939m quando l’altopiano delle Pale è ancora sommerso dalla neve. Appena ho potuto, prima del disgelo completo, ho organizzato una uscita di una notte. Sono partito poco dopo le 17,00 dal lavoro, arrivato al Cant del Gal verso le 19,15 sono partito poco dopo.

Il sentiero 709 era “umido”. Strano aggettivo, ma era proprio così, solcato da corsi d’acqua che si faceva spesso fatica ad evitare. Ciò era dovuto allo scioglimento giornaliero abbondante delle nevi, che così andava ad ingrossare i letti dei rii oltre ogni misura di contenimento. Acqua in basso, dopo poco la partenza, più in alto all’incirca nel tratto attrezzato …… In due canaloni vi era anche la presenza di neve, comunque bella dura e che quindi non presentava problemi nell’attraversamento. Per il resto il solito bel sentiero, conosciuto e già relazionato.

Il dislivello dalla partenza al rifugio Pradidali (tel. 043964180) è di circa 1100m che sono quantificati dalle tabelle standard CAI in 3 ore. Arrivo al rifugio Pradidali verso le 21,30. Qui ho mangiato e dormito al bivacco invernale.

Neve era presente da quota 2000m circa. Era sì fresco, ma non in modo eccessivo, e comunque al bivacco, perfettamente pulito, erano presenti delle coperte per coprirsi. E’ una notte senza luna, quindi poca luce anche per tentare qualche scatto.
Mi sveglio comunque molto presto, la strada non è molta ma la neve può complicare la situazione, e quindi meglio avvantaggiarsi. Prima delle 3 sono in movimento. GPS acceso perchè sicuramente mi sarà di aiuto. La prima parte è di traverso nel vallone del Rif. Pradidali lungo il sentiero 709, nel circuito dell’alta via N°. 2. Quando si deve cominciare a salire indosso i ramponi. Conosco la zona e ho già fatto questo tratto nel 2008. Con questi pendii con i ramponi è come avere una 4×4 con ruote chiodate 🙂
Procedo decisamente piano. Controllo continuamente la mia posizione sul GPS relativamente al sentiero, in modo da non allontanarmi. Tutto questo finchè supero anche il muro della seconda cascata. Da qui in poi si può procedere a vista. Sono già le 4 passate. Il vallone, con la Pala di San Martino e la cima Immink con la prima luce dell’aurora sono da fotografare. Non capiterà ancora …..

Poi riprendo …. verso le 4,30 scollino e arrivo sull’Altopiano delle Pale e poco dopo al Passo della Fradusta. Qui, per non cercare rischi, seguo il sentiero largo 708a, invece che salire per il ghiacciaio. Seguo il sentiero che avevo già fatto in gennaio e lo ricordo abbastanza bene.
La frontale è già spenta da un po’, la luce si fa sempre più viva e appare l’immensa distesa delle Pale con all’orizzonte le cime nord del gruppo che tanto adoro.
Sono esperienze da vivere, nel silenzio più assoluto che aiuta a concentrarsi nell’assaporare il roboante silenzio della montagna e l’immensità di questi spazi dove non c’è nessuno …. solo io …..
Cerco di darmi da fare per arrivare in tempo sulla cresta della Fradusta prima dell’alba. Qui la neve è meno solida che nel vallone che saliva dal Pradidali, e con mia somma sorpresa quando arrivo in cresta alla Fradusta mi trovo a sprofondare nella neve. Cerco allora di tenermi nella parte più settentrionale della cresta, meno battuta dal sole di giorno.

Salgo così ancora un po’. A 2800m mi fermo, il sole sta cominciando a fare capolino e così mi preparo. Il punto di vista è ottimale, non ho nulla che in breve raggio mi limiti la visuale.

Così mi do’ da fare con le macchine fotografiche e cerco di fissare questi momenti sempre uguali e sempre così emozionanti e diversi.

Anche questa volta il primo raggio non mi scappa ! Non manca molto alla vetta, 150m, è lì davanti a me, ma la neve non mi piace. Si affonda troppo e inaspettatamente, più ritardo la discesa più rischio di “sprofondare” nella neve, e questa sensazione non mi piace. Insomma, per farla breve torno giù senza salire in vetta 🙁 In fondo, mi dico, ci sono stato altre tre volte almeno …..

La discesa è tranquilla, almeno me la prendo con calma. Più importante è uscire dall’altopiano visto che ho notato che la neve qui è meno affidabile di quella che troverò scendendo nel vallone verso il rifugio Pradidali.

Mi fermo alla prima delle cascate d’acqua che terminano il vallone e me la passo a guardare i giochi d’acqua nel ghiaccio e a fotografarli.

Da qui in poi la discesa è tranquilla e senza problemi. Il sentiero è ora libero dall’acqua ….. le nevi si scioglieranno durante la giornata e andranno a riempire i sentieri come la sera prima. Ma per ora mi sono già abbondantemente bagnato i piedi. Per questa escursione basta e avanza!
Trovo le prime persone verso le 8,45, e loro come i seguenti a guardarsi e chiedersi da dove arriva questo tizio a quest’ora …….
Che dire ….. sono esperienze che vanno provate per essere comprese a fondo !




