Qui vi presento l’uscita al Tamer Grande, cima prossima al Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, delimita la Valle del Cordevole (Agordina) a est e la Val di Zoldo a ovest. Il gruppo del Tamer comprende Cima nord di San Sebastiano, Tamer grande e piccolo, Castello di Moschesin ed altre cime minori. Come punto d’appoggio è presente sul versante est la Baita Angelini a 1680m.
Noi lo affrontiamo partendo dal parcheggio di malga Càleda vecchia, a quota 1490m, poco distante da passo Duran sul versante Agordino.
Il sentiero è assai ripido, sale con forte pendio con numerosi salti, alcuni documentati in foto con fondo non sempre stabile. Per la discesa è da fare con molta attenzione, e noi al ritorno, poichè era notte, abbiamo preferito rientrare per passo Duran. A questa parte di sentiero ne segue una molto più divertente, su roccia solida, anche qui con frequenti
salti lungo la destra orografica del torrente che scende dalla Val de Caleda.
Il sentiero è sempre ben segnato.
Entrando in Val de Caleda si passa sulla sinistra del torrente e si inizia un lungo avvicinamento al ghiaione che conduce alla forcella La Porta. Si rimane sulla cresta di un docile e arrotondato dosso fino ad arrivare circa ai 2000m al bivio dei sentieri che conducono alla nostra meta ad est e alla Cima Nord di San Sebastiano a nord.
Quando c’è una buona visibilità da qui si gode di una ottima vista sulla valle del Cordevole.
Giunti al bivio si sale per un sentierino che sta iniziamente sulla sinistra del canalone e poi si sposta fino a raggiungere la Forcella La Porta, a 2326m.
Da qui inizia una traccia sulla destra che porta alla nostra meta. La traccia è evidente e non si corre il rischio di perderla. Corre in cengia sotto il Tamer Piccolo. Una cengia comoda che si affronta tranquillamente.
Si arriva ad una forcella appena accennata che divide Tamer Piccolo dal Grande e qui c’è il passaggio su paretina che alcuni chiamano di II- . Lo si può evitare prendendo una deviazione sulla destra per sfasciumi che sembrano portare in direzione sbagliata e invece poi riportano al taglio finale che conduce in cresta. Questa ultima parte è su terreno friabile, che si affronta con attenzione ma senza pericoli. Si arriva quindi sulla placca inclinata che porta all’ometto di vetta.
Come sempre queste vette sanno regalare panorami mozzafiato, e questa non manca. Osservare le fotografie per capire 🙂
Ritorno tranquillo, soprattutto perchè ho trovato quella via per evitare la parete di 4 m. Per il resto c’è da rimarcare il bellissimo ghiaione che, fatto in discesa, da grandi soddisfazioni
Alla prossima